12 novembre 2015
La minaccia è reale e pende sulle nostre teste come una spada di Damocle. La minaccia è strettamente collegata alla natura stessa della nostra civiltà: tecnologicamente avanzata e basata su trasporto aereo, marittimo e su rotaia, informatizzazione dei sistemi di pagamento (on-line e POS), del risparmio bancario e delle relative transazioni, conservazione dei dati e del software in cloud computing (su server e dispositivi remoti), dipendenza energetica da centri ed infrastrutture distribuite su vasta scala, comunicazioni telefoniche su doppino di rame e su cavi di fibra ottica, comunicazioni radio e telecomunicazioni satellitari, ecc... Proprio per questo essa è tuttavia particolarmente vulnerabile in caso di brillamenti solari e espulsioni di massa coronale dirette contro il nostro pianeta. Una tempesta solare di colossale entità - individuata in tempo reale e concedente poche decine di minuti di preavviso per prepararsi - potrebbe mettere in ginocchio la nostra società in pochi giorni, e riportarci ai giorni più bui del medioevo. La conseguente paralisi della distribuzione energetica - con black-out elettrici di settimane o mesi - e di quella idrica, dei trasporti su ruota e rotaia, e delle comunicazioni telefoniche a livello locale ed intercontinentale, porterebbe ad anomia e caos generalizzato, oltre ad elevare il rischio dello scoppio di rivolte sociali ed epidemie causate dalla carenza di viveri e delle risorse idriche, ed a causa della difficoltà dello smaltimento dei rifiuti e delle acque nere.
Image Credit-NASA-SDO-AIA
Protuberanza solare fotografata il 30 marzo 2010, durante
un'eruzione solare, dall'osservatorio spaziale solare SDO della NASA
Solar Dynamics Observatory
Da diversi anni le migliori menti scientifiche del mondo - soprattutto fisici solari - hanno preso formale posizione per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale ed i decision makers. Fra di loro d'obbligo menzionare l'Accademia delle Scienze Americana (con il rapporto intitolato <<Severe Space Weather Events: Understanding Societal and Economic Impatcs>>, anno 2008).
Ma ora c'è un salto di qualità: è la Casa Bianca americana ed i suoi più alti uffici a muoversi allo scoperto. In passato più volte nel corso delle mie conferenze ed incontri pubblici, e nei miei articoli diffusi in Rete e pubblicati nei miei saggi on-demand, ho posto l'accento su tale concreto rischio che riguarda tutti noi, a prescindere dalla propria nazionalità e dall'orientamento ideologico e religioso professato. E più volte l'ex maggiore statunitense Edward (Ed) A. Dames dell'intelligence dello US Army (Esercito Americano) - a riposo dal 1991 e precedentemente coinvolto nei programmi di Remote Viewing ai massimi livelli militari - ha messo in guardia il mondo dal pericolo del cosiddetto killshot proveniente dal Sole (Cfr. http://www.thekillshot.com, ed il programma radiofonico di Art Bell, Cost to Coast AM, 2004). Il programma di Visione a Distanza (o "Visione Remota") nacque come progetto di ricerca ed addestramento all'interno della collaborazione CIA-US Army, e l'ex ufficiale Ed Dames vi lavorò fra il 1979 ed il 1983. Egli era a quel tempo Targeting Director del Comando di Sicurezza d'intelligence ed Assistente Direttore della Direzione della Intelligence Scientifica e Tecnica della Defense Intelligence Agency (DIA). Dames aggiornava quotidianamente o settimanalmente le varie agenzie federali, come la NSA, la DIA, ad esempio e – se richiesto – anche il Presidente americano ed i suoi consiglieri.
Ora che anche gli uffici del Presidente Americano Barack Hussein Obama - con il suo Consiglio Nazionale della Scienza e Tecnologia - hanno diramato pubblicamente il programma di emergenza e di prevenzione contro questi rischi connessi alle tempeste solari ed agli eventi meteorologici spaziali, non posso che prendere atto che si è passati ad un ulteriore livello di allarme, che giustifica il passo di trasparenza ed il dibattito alla luce del sole (sic!, proprio il caso di dirlo), e non più prerogativa dei soli addetti ai lavori. Evidentemente le preoccupazioni di Ed Dames erano e sono più che fondate, oggi più che mai.
I documenti divulgati da pochi giorni dalla Casa Bianca - e che sono di pubblico dominio - sono stati realizzati dallo Office of Science and Technology Policy (OSTP), in collaborazione con la Space Weather Operations, Research, and Mitigation (SWORM), una Task Force creata ad hoc nel novembre 2014, appositamente per prevenire e rispondere alle minacce poste dagli eventi avversi meteo-spaziali (cioè contro "space-weather events and their potential effects on Earth", gli eventi di tempo avverso spaziale ed i loro potenziali effetti sulla Terra). Di questa Task Force di esperti fanno parte membri delle più importanti agenzie federali a stelle e strisce, dei più importanti Dipartimenti (Ministeri) degli USA, e dell'Ufficio Esecutivo del Presidente Americano:
Departments
Department of Commerce
Department of Defense
Department of Energy
Department of Homeland Security
Department of the Interior
Department of State
Department of Transportation
Agencies and Service Branches
Federal Aviation Administration Federal Communications Commission
Federal Emergency Management Agency Federal Energy Regulatory Commission National Aeronautics and Space Administration
National Oceanic and Atmospheric Administration
National Science Foundation
Nuclear Regulatory Commission
Office of the Director of National Intelligence
United States Air Force
United States Geological Survey
United States Navy
United States Postal Service
Executive Office of the President
National Security Council
Office of Management and Budget
Office of Science and Technology Policy
White House Military Office
Le agenzie americane NASA, USAF e NOAA forniranno una ricca messe di dati su cui lavorare, soprattutto provenienti dalle loro costellazioni di satelliti in orbita. Il Dipartimento di Stato americano organizzerà a breve in Washington, DC, diversi meeting scientifici e workshop per discutere i dati raccolti, e lo farà – e questo è un punto notevole - invitando staff delle ambasciate da diversi Paesi del mondo.
Infatti entro pochi anni l'umanità potrebbe affrontare una delle più colossali emergenze su scala globale che abbia mai sperimentato nel corso della sua breve storia come civiltà tecnologica, dall'alba della sua prima rivoluzione industriale.
Ma veniamo in dettaglio alla notizia di pochi giorni fa: i più importanti giornali esteri ne hanno parlato. Fra tutti, cito il prestigioso Washington Post statunitense (<<The devasting potential of an extreme solar storm and what the White House is doing about it>>, di Jason Somenow, 29 ottobre 2015, Washington Post.com). In Europa, degno di nota il celebre Daily Mail britannico, nella sua versione on-line: <<White House is preparing for catastrophic solar flares which could wipe out power around the world for months - bringing an end to modern civilization as we know it>>. di Hannah Parry, per il Dailymail.com, 3-4 novembre 2015.
Il già citato ex ufficiale Ed Dames suggerisce da tempo al suo pubblico ed ai suoi allievi dei corsi di Remote Viewing, una scaletta di priorità da seguire per la sopravvivenza, che elenco e commento dal mio punto di vista:
1) organizzarsi con acqua potabile (accesso ad essa);
2) pensare ad una riserva di cibo e ad un magazzino di scorte;
3) pensare ad una rete di protezione reciproca (i legami di comunità sono fondamentali, ma devono ovviamente instaurarsi fra persone fidate che siano consapevoli dei rischi);
4) identificare e familiarizzare con un luogo sicuro;
5) conoscere il tempo di viaggio necessario - al momento della crisi - per raggiungere il luogo sicuro scelto;
Ed Dames sottolinea che quando inizierà la cosiddetta sequenza del killshot - preceduta da alcuni "eventi sentinella" che lui ed il suo team avrebbero già identificato - solo allora saremo creduti da amici e familiari scettici al riguardo, ma in quel frangente sarà troppo tardi per loro, qualora non vi abbiano pensato prima.
Davvero curioso che alla fine della primavera 2011 il capo della NASA - l'ex Generale Charles Frank Bolden Jr. del Corpo dei Marine, ed ex astronauta - abbia rivolto un video-appello (di pubblico dominio, diffuso su YouTube) al senso di responsabilità dei familiari dei dipendenti NASA, perché si preparino ad affrontare ogni tipo di emergenza su scala nazionale (NASA/Family Preparedness Program), sia naturale sia terroristica. Prepararsi alle emergenze è un obbligo personale, secondo l'Amministratore capo della NASA.
Ora a distanza di 4 anni anche la Casa Bianca – ed in modo più specifico - si affianca nel ricordare l'importanza di predisporre piani di emergenza, e sottolinea quali sono i rischi connessi ad eventi meteo-spaziali avversi che corriamo su scala globale, sia dal punto di vista economico sia sociale.
L'inquietudine generata dai mass media e dalla fiction attorno alle (esagerate) aspettative nutrite verso l'anno 2012 ed il suo mese di dicembre, evidentemente - come già suggerito anni fa dallo scrittore Maurizio Martinelli nel corso di una intervista scritta che mi concesse - sono stati il risultato di una specie di test psico-sociologico, condotto ad un livello occulto per saggiare le reazioni dell'opinione pubblica. Un test condotto a nostra insaputa, verso un rischio reale di avvenimenti cataclismatici.
Per tutti noi l'annuncio ufficiale della Casa Bianca - con i suoi documenti NATIONAL SPACE WEATHER ACTION PLAN, PRODUCT OF THE National Science and Technology Council (ottobre 2015), e NATIONAL SPACE WEATHER STRATEGY PRODUCT OF THE National Science and Technology Council (ottobre 2015), entrambi divulgati dall'Ufficio Esecutivo del Presidente degli Stati Uniti d'America - deve essere un monito e deve suonare come un campanello d'allarme: per la nostra classe politica e per la nostra società civile.
© Luca Scantamburlo
12 novembre 2015
12 novembre 2015
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© L. Scantamburlo - Reproduced by permission.
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Libri per approfondire:
Joseph, Lawrence E., Apocalisse 2012. Un'indagine scientifica sulla fine della civiltà, Casa Editrice Corbaccio, Milano, 2008.
Scantamburlo Luca, Apocalisse dallo Spazio. L'avvento di Nibiru e dei Vigilanti, pubblicato nel 2011 con Lulu.com (USA), e ripubblicato con YCP (Lecce) nel 2015. Si legga in particolare il capitolo 2, <<La NASA e le esercitazioni FEMA: a cosa dobbiamo prepararci?>>
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